VISIONI D’INFANZIA

“Esposizione diffusa del Sistema Integrato comunale
di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni”

presso il Museo di Storia Naturale e in diversi spazi urbani

da giovedì 15 a sabato 31 maggio 2025

Visioni d’Infanzia racconta il legame profondo che i bambini degli asili nido e delle scuole dell’infanzia comunali costruiscono ogni giorno con il territorio. Quali sono i luoghi che amano? Quali quelli che stimolano la loro curiosità e immaginazione? Come le esperienze all’aperto sostengono gli apprendimenti?

Il filo conduttore è la narrazione di questi luoghi con diversi linguaggi: al Museo di Storia Naturale sono allestite una sezione video-fotografica e materica e una sezione in cui sperimentare e costruire i propri luoghi, utilizzando materiali destrutturati; negli spazi urbani e nei negozi è possibile trovare le tracce delle esperienze di bambine e bambini, che restituiscono alla comunità una “visione d’infanzia” autentica e non banale.

VISITA L’ESPOSIZIONE

presso il Museo di Storia Naturale (via Ugolani Dati, 4 – Cremona)

martedì, venerdì e sabato* dalle 9:00 alle 14:00
mercoledì e giovedì dalle 9:00 alle 17:30

*al sabato educatrici e insegnanti del Sistema Integrato comunale sono a disposizione per raccontarti l’esposizione

Come abitano gli spazi della città le bambine e i bambini? Quali sono i luoghi per loro significativi, su cui sostano, giocano, esprimono pensieri e racconti? Che valore ha la loro presenza in questi luoghi?

Queste sono alcune delle domande che hanno guidato la progettazione di “Visioni d’Infanzia. Esposizione diffusa tra Museo di Storia Naturale e spazi urbani” che ha coinvolto bambine, bambini, educatrici e insegnanti degli asili nido e delle scuole infanzia del Comune di Cremona.

Le uscite da scuola in “passeggiata”, per raggiungere una meta, per scoprire un territorio, per osservare, raccontare, sostare sui dettagli, percepire odori, rumori, colori, scegliere e raccogliere i reperti, diventano occasione per far emergere le modalità di apprendimento da zero a sei anni.

Vivere nella quotidianità l’outdoor urbano e verde è uno dei valori pedagogici in cui crediamo: le ricerche scientifiche più accreditate considerano la natura come l’ambiente che meglio accompagna bambine e bambini nello sviluppo autonomo di competenze. Il “fuori” risponde ai bisogni legati allo sviluppo dei grandi movimenti, dell’esplorazione sensoriale, della conoscenza del mondo, della costruzione dell’identità, della creatività e del pensiero divergente.

È un richiamo costante ai diritti naturali di Gianfranco Zavalloni e al bisogno che sentiamo emergente di rallentare. Un tempo rilassato per adulti e bambini, che permetta di sostare nell’esperienza e che sia rispettoso dell’unicità di ciascuno. Ed è un richiamo anche al ruolo di un adulto che si mette in posizione di ascolto, di rilancio, di osservazione delle visioni d’infanzia per rintracciare gli apprendimenti in corso, renderli visibili e narrabili.

Il filo rosso dell’allestimento presso il Museo di Storia Naturale e l’esposizione sul territorio è rappresentato dai luoghi della nostra città attraversati da bambine e bambini quotidianamente: il Parco del Morbasco e il quartiere Po, le piazze e i monumenti del centro, il Cavo Cerca, Piazza Patrioti del Quartiere Borgo Loreto, gli ampi spazi verdi del Quartiere Cambonino. L’allestimento racconta questi luoghi attraverso gesti, azioni, parole, materiali che bambine e bambini sperimentano nell’attraversarli e nel sostarvi. Lo sguardo dell’infanzia si dipana tra “dentro” e “fuori”: negli spazi espositivi del Museo con immagini fotografiche, strumenti e materiali; nei luoghi fisici e in alcuni negozi, con una “traccia” della presenza di bambine e bambini sul territorio.

Lasciare una traccia, anche se effimera, diventa per bambine e bambini un gesto di riscoperta e riconquista dello spazio urbano: un modo per raccontare alla comunità il proprio sguardo sulla città, il proprio modo di viverla, attraversarla, immaginarla e reinventarla.

Per valorizzare questa prospettiva, l’esposizione include anche uno spazio interattivo pensato per adulti e bambini, che possono giocare insieme, utilizzando immagini suggestive e materiali destrutturati, dando forma e voce alla propria personale visione della città. Perché come affermava Jean Piaget “Il gioco non è solo un riflesso della realtà, ma un modo per costruirla.”

Visioni d’Infanzia non è solo un’esposizione: è un’esperienza da condividere e sperimentare con una pluralità di linguaggi.

Un video con le immagini e i suoni della città abitata dalle bambine e dai bambini mentre sperimentano diverse esperienze di gioco durante le uscite in quartiere e negli spazi verdi. Bambine e bambini si soffermano su ciò che incontrano nei luoghi, ma richiedono adulti attenti, capaci di ascoltare, dare fiducia, essere guide discrete in esplorazione con loro.

Una mappa che racconta i luoghi della città in cui bambine e bambini giocano, sperimentano, osservano, indagano: seguire l’itinerario indicato dalla mappa significa trovare una traccia della visione dell’infanzia che abita quotidianamente quei luoghi. Ne emerge un’immagine autentica: curiosa, sensibile, profondamente connessa al mondo naturale, fisico e sociale, che conosce e interpreta attraverso la corporeità e la sensorialità. Le bambine e i bambini “pensano, si pongono domande e cercano risposte in modo attivo, sono cioè fin dalla nascita dotati di capacità d’iniziativa e di espressione del loro punto di vista nell’interazione con l’ambiente” (da “Linee Pedagogiche per il Sistema Integrato zerosei”).

Uno spazio di città  dove bambine, bambini e adulti possono costruire e ricostruire i propri luoghi vissuti e preferiti, utilizzando pallet, bobine e materiali destrutturati – le cosiddette loose parts – sempre presenti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali. Questi materiali, versatili e inclusivi, si adattano a diverse abilità, stimolando creatività e processi di apprendimento attivo. Sono oggetti trovati, riciclati, economici o donati dalle famiglie: risorse semplici che diventano strumenti potenti di esplorazione. Attraverso la manipolazione e l’uso libero di questi elementi, i bambini co-costruiscono saperi, affinano abilità, confrontano esperienze, si interrogano sulla realtà e trovano risposte originali, frutto del loro pensiero.

Un luogo in cui lasciare una traccia del proprio passaggio: un pensiero, una riflessione personale sull’esperienza vissuta attraverso l’esplorazione di Visioni d’Infanzia. Un’occasione per valorizzare una visione autentica dell’infanzia, libera da stereotipi e semplificazioni, che riconosca e dia spazio al punto di vista di bambine e bambini, alle loro competenze e intuizioni, riportandoli al centro dell’attenzione della comunità.

“Attraversare con consapevolezza i posti che abitiamo è un modo per costruire relazioni significative con l’ambiente trasformando quei posti in luoghi. Un’occasione per approfondire e sperimentare modi eterogenei di osservazione, incontro e documentazione dei luoghi educativi e non, valorizzandone le possibilità in dialogo con le numerose intelligenze di bambine e bambini”
Monica Guerra, pedagogista e docente presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

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